LA STATUA DELLA LIBERTA’ SUL DUOMO
Il Duomo di Milano è decorato da circa 3400 statue, tra queste, nella facciata si cela una statua davvero molto somigliante alla Statua della Libertà americana.
Sopra il balconcino centrale in facciata, due statue ottocentesche rappresentano la legge antica e la legge nuova, reggente una fiaccola in mano. Lo scultore francese Frèderic Auguste Bartholdi passando per Milano vide le due statue e, probabilmente, quando nel suo atelier parigino creò la Statua della Libertà, si ricordò di quanto aveva visto a Milano, egli venne così l’idea di combinare le due statue.
La statua della libertà venne poi regalata agli Stati Uniti per celebrare il centenario della loro indipendenza.
LA COLONNA DEL DIAVOLO
A Milano esiste un’antica colonna corinzia, di epoca romana. Probabilmente utilizzata come segnacolo tombale, sulla sua superficie sono ben visibili due buchi. La leggenda narra che un giorno il diavolo cercò di tentare Ambrogio, al fine di distoglierlo dai suoi doveri di vescovo di Milano. Ma Ambrogio gli diede un bel calcio, e questo finì per sbattere ed infilzare le sue corna nella colonna. Alcuni dicono di aver sentito uscire odore di zolfo proprio dalla colonna...
Il BISCIONE DI MILANO
Il famoso “bissun” che decora molti edifici milanesi è in realtà il famoso stemma della famiglia Visconti.
Tante storie aleggiano intorno a questo antico simbolo, ma ne citeremo solo un paio.
Un’antica leggenda è risalente all’epoca Longobarda: Re Desiderio addormentatosi sotto un albero si risvegliò con una vipera arrotolata intorno alla testa, come una corona, che non gli fece alcun male, quindi la assunse come suo simbolo.
Umberto Visconti, salvò Milano da un terribile drago, che viveva nel lago Gerundo ( lago che si estendeva a est di Milano). Il mostro divorava chiunque si avvicinasse alle acque. Umberto lo sconfisse nella zona di Calvenzano, dove ancora oggi la contrada principale è detta “della biscia”. Il drago divenne poi simbolo della casata viscontea.
Moltissime aziende e famiglie hanno utilizzato questo stemma: dall’Alfa Romeo a Mediaset, dall’Inter al Comune di Milano.
IL FANTASMA DELLA DAMA CON L’ERMELLINO
Cecilia Gallerani amante del Duca di Milano Ludovico il Moro, a cui darà anche un figlio, è ritratta nel celebre dipinto di Leonardo Da Vinci “La Dama con l’Ermellino”, oggi a Cracovia. Dopo la gravidanza il duca regalò a Cecilia un Palazzo, tutt’ora esistente a Milano.
La notte dei morti, il fantasma della bella Cecilia si mostrerebbe da una delle finestre della sua casa, in camicia da notte, in attesa del suo amato Ludovico il Moro.
LA CA’ DE L’OREGGIA
Una casa signorile a Milano risalente anni Venti, detta “Cà de l’oreggia”, campeggia un citofono-scultura in bronzo a forma di orecchio. Questo serviva come citofono, per poter comunicare direttamente con il portinaio, il quale avrebbe annunciato i visitatori ai padroni di casa. Si dice che un qualsiasi desiderio sussurrato nell’orecchio -citofono prima o poi si avvererà...
SUITE 150 GIUSEPPE VERDI
A Milano Verdi aveva un albergo preferito dove risiedere, situato a pochi passi dalla Scala, e dove visse ininterrottamente anche i quattro anni prima della sua morte. Si tratta del Grand Hotel et de Milano, unico albergo dotato di telegrafo e servizi di posta, Verdi alloggiava al primo piano nella Suite 105, tutt’ora è possibile alloggiarvi all’interno. Qui Giuseppe Verdi morì il 21 Gennaio 1901, la strada sottostante nei giorni precedenti fu cosparsa dai milanesi di paglia, in modo tale che le carrozze e i cavalli non disturbassero il maestro in fin di vita. Riposa oggi nella Casa di Riposo per Musicisti da lui voluta a Milano al fine di ospitare anziani musicisti in condizioni economiche non agiate...
LA CERIMONIA DELLA NIVOLA
La Cerimonia della Nivola è una delle cerimonie più spettacolari e significative a cui è possibile assistere a Milano. Questo rito si svolge all’interno della Cattedrale, ogni anno durante il mese di Settembre, nel sabato più vicino alla Festa dell’Esaltazione della santa Croce.
Sulla volta altissima del Duomo di Milano, all’interno di un prezioso tabernacolo è custodita una preziosa reliquia: uno dei sacri chiodi utilizzati durante la Crocefissione di Gesù.
Grazie ad un antico “ascensore” chiamato “Nìvola”, che una volta veniva azionato a mano, tutto dipinto con angeli e nuvole, il vescovo sale ad oltre quaranta metri dal suolo, raggiunge la volta del Duomo, apre il tabernacolo, prende la reliquia e scende nuovamente giù per mostrarla ai fedeli.
LA MADONNA LIBERA MILANO DALLA PESTE 1630
In questi giorni drammatici per Milano e l’Italia intera, ho in mente le immagini del nostro vescovo che sale sulle terrazze del Duomo e prega la nostra Madonnina.
La nostra città anche in passato ha vissuto terribili epidemie, in particolare quella di peste, nel 1576 e nel 1630, narrata proprio dal Manzoni nei Promessi Sposi, che fu la peggiore epidemia mai conosciuta dai milanesi, dove circa la metà degli abitanti perse la vita.
Di questi eventi la nostra città conserva il ricordo in molti luoghi, a partire dai resti del Lazzaretto, costruito per volere di Ludovico il Moro sul finire del ‘400 .
Non è possibile uscire di casa, ma possiamo viaggiare tutti insieme con le storie e con la mente nei luoghi e nelle tradizioni orali milanesi.
In particolare mi è subito balenata in mente la Storia della Madonna delle Grazie, per la cui intercessione, si dice, Milano fu liberata dalla peste del 1630-1632.
Questa Madonna è situata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie all’interno di una cappella, la cui fondazione è ancora più antica della chiesa stessa.
Nell’anno 1460 il Conte Gaspare Vimercati, comandante delle milizie del Duca di Milano, donò ai frati domenicani un terreno per la costruzione della loro chiesa. Su questo terreno esisteva già una piccola cappella di famiglia, Gaspare pregò i domenicani di conservarla, insieme al dipinto custodito all’interno, verso cui la sua famiglia era particolarmente legata.
Il bellissimo dipinto detto della Madonna delle Grazie ( 1450-60 circa) tutt’oggi esistente, mostra la Madonna della Misericordia che accoglie sotto il suo ampio mantello Gaspare Vimercati , la moglie Lanternina Secchi e i figli.
Durante la peste manzoniana i milanesi usavano rivolgersi a questa Madonna, pregando giorno e notte. Una testimonianza racconta che una notte nel convento delle Grazie i frati si svegliarono di soprassalto: tutte le campane suonavano ininterrottamente. Una volta alzati udirono tutti una voce sovrumana arrivare “da ovunque e da nessun posto contemporaneamente”, che pronunciava queste parole:
“Avrò pietà del mio popolo , Madre”. Tutti interpretarono questa voce come la voce di Cristo che rispondeva alle preghiere della Madonna. La peste, per chi crede, a Milano terminò per sua intercessione. In pochissimi giorni l’epidemia iniziò a scemare, fino a scomparire definitivamente.
Per questa ragione di fronte all’ingresso della cappella della Madonna delle Grazie venne fatta dipingere nel 1632 dal Cerano una lunetta raffigurante la Madonna che libera Milano dalla peste, commissionata dagli stessi domenicani di Santa Maria delle Grazie.
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